23 ago 2016

Suicide Squad, quando il trash non va più di moda



Come si suol dire, più sono grossi più fanno rumore quando cadono e questo gigante ha fatto un chiasso non indifferente.
Sin dalla prima volta che vidi il trailer di Suicide Squad sapevo già di aspettarmi in sala un film che avrebbe puntato esclusivamente sul carisma dei personaggi, scene spettacolari intervallate da gag e botte da orbi a non finire.
Quando finalmente il film è stato distribuito nei cinema molti del pubblico si sono sentiti non solo delusi ma addirittura offesi da ciò che hanno visto sullo schermo.
A tal proposito io e tanti altri ci siamo fatti la stessa domanda: che cosa vi aspettavate?
Io non sono una veggente ma quando ho visto il film ho avuto proprio quello che mi aspettavo di trovare. Dirò di più; considerati i film precedenti dell'universo DC (tali Man of Stell, Batman vs Superman, film che considero eccessivamente pretenziosi), questa pellicola ha addirittura fatto un passo avanti. 



Brutti ma buoni

Mi rendo conto che quelli come me sono quel tipo di spettatori che ogni tanto amano crogiolarsi anche nel trash. Siamo quelli che rivedono col sorriso film come Le trartarughe ninja, Robocop, Demolition Man e simili. Narrativamente fanno pietà, registicamente sfiorano la decenza, ma per qualche ragione ci piace guardarli e ci divertiamo anche parecchio nel farlo. Questo per un'unica, semplice ragione: sono film relativamente seri che però non si prendono sul serio. Questa bislacca presa di coscienza trasforma un film dimenticabile in qualcosa di godibile.
Ebbene Suicide Squad non si prende sul serio.
Io sono andata al cinema con lo stesso atteggiamento col quale andrei a vedere I Mercenari, e mi sono divertita.
Forse il problema è stata l'eccessiva serietà dei suoi prequiel ufficiosi, impostati con una serietà che, come ho appena detto, non ho apprezzato perché è una chiave di lettura che non può tollerare errori, cosa che invece non accade in una pellicola meno seriosa ma che in questo caso rischia di stonare nell'universo che si è andato a creare.
Sinceramente la cosa non è che mi ha disturbato ma per altri è risultata una sorta di presa in giro. C'è da dire che non capisco il perché di tanta isteria. 

Il film è carino? Sì. 
Merita qualche riconoscimento particolare? No. 
Poteva essere fatto meglio? Certo che sì!

Aveva tutte le carte in regola per diventare un cult, ma la poca cura nella realizzazione ne ha fatto emergere i difetti, mancando l'obiettivo.
Sta di fatto che ci sono cinefumetti che mi sono piaciuti molto meno e che erano davvero molto più brutti, ma non ho notato lo stesso accanimento.
Da amica consiglierei al popolo di internet di scalare le marce e darsi una calmata e soprattutto di ricordarsi che esistono le mezze misure. Non sta scritto da nessuna parte che un film deve essere per forza un capolavoro o una schifezza.

Parliamo del film

ATTENZIONE! RISCHIO DI SPOILER
Da questo momento in poi farò diversi spoiler quindi se andrete avanti nella lettura sarà a vostro rischio e pericolo.



Figli e figliastri

Anche i muri si saranno lamentati di questo benedetto montaggio, ma più che altro è il filo narrativo che risulta sbilanciato. 
Se la presentazione con nome e didascalia, invece di propinarla tutta insieme con la Wallace che li elenca uno per uno, l'avessero fatta durante il corso del film man mano che i protagonisti entravano in scena (un po' come le D.I.V.A.S. in Kill Bill per intenderci) avrebbe avuto un ritmo meglio cadenzato. Il resto è dovuto ai tagli evidentissimi che innestano qua e là dei punti interrogativi riguardo i personaggi. Di fatto Katana sembra infilata a forza, Diablo pare affezionarsi in un nano secondo, e Harley viene definita una piantagrane senza un vero motivo. Di fatto è inevitabile che non tutti i protagonisti hanno la stessa rilevanza perché i personaggi sono tanti e il tempo a disposizione è poco. Era ovvio che Deadshot sarebbe stato il "protagonista principale" con la storia della figlia e tutto il resto e Harley Quinn la "protagonista morale", ma a modo loro hanno saputo farsi apprezzare tutti quanti e nessuno è risultato del tutto inutile, neanche Slipknot che muore dopo due secondi e tre quarti, anche se riguardo quel poveraccio potevano sforzarsi di farci credere che sarebbe campato almeno da Pasqua a Natale.

L'incantatrice



A me è piaciuta un sacco. Carina è stata anche l'idea che doveva far parte della squadra e invece è stata il motivo per cui la squadra è dovuta entrare in azione. Tanti si sono lamentati che non fosse un gran villain, ma l'ho trovata migliore di tanti villain dei film Marvel (Ultron non mi sembra questo emblema di profondità).
E cercate di evitare di espormi tutte le varie sfumature dell'immagine del "cattivo" perché l'ho già fatto io qui:
 L'importanza di essere il cattivo
Sta di fatto che i protagonisti sono già dei villain, con tutte le loro sfumature psicologiche, quindi un super cattivo vecchio stampo è più che indicato.



Mi piace l'immagine che le hanno dato e come hanno reso il suo background.
Ci tengo però a precisare che nel film non considero lei la vera villain, ma solo la villain ufficiale. La vera antagonista di questa storia è Amanda Waller, colei che tiene sotto scacco la "squadra suicidio" e che tutti i membri odiano all'unisono. Fermare l'incantatrice è il lavoro che devono svolgere, ma è Amanda l'ostacolo che si frappone fra loro e la libertà.

Harley Quinn e il Joker



Giuro di averne sentite di tutti i colori su di loro, sia insieme che separatamente. So bene come sia il loro vero rapporto nella versione originale, ma ho idea che qui non sia stato modificato ma solo studiatamente censurato. Di fatto non vediamo mai il Joker picchiare Harley ma ci lascia intendere che con lei faccia "giochini strani". Inoltre questo suo smodato tentativo di farla evadere non sembra un gesto d'amore, ma un atto di proprietà, cosa che si nota in un flashback in cui non mi è sembrato che Joker fosse geloso perché è innamorato di Harley ma perché odia che qualcuno tocchi le sue cose. Poi tutta questa isteria riguardo queste fantomatiche ragazzine che fantasticano sulla loro storia perché li vedono come due pazzi contro il mondo sinceramente non mi tange. Ero sicura che avrebbero ammorbidito il tutto e non credo c'entri un fattore etico, semplicemente se fosse stato crudo e palese il film avrebbe ricevuto il divieto di visione ai minori di 14 anni (negli Usa anche di 17) perdendosi una bella fetta di pubblico.



Altra bomba mediatica è l'interpretazione di Jared Leto come Joker, che pure qui si era capito che sarebbe stato un personaggio di contorno, ma tutti hanno gridato alla truffa perché "non si vede mai". Personalmente credevo che lo avrei visto cinque minuti verso la fine e basta e invece è comparso sullo schermo più spesso del previsto.
Se andiamo a fare un paragone pratico ho visto più spesso il Joker in Suicide Squad che Godzilla nell'ultimo film di Godzilla.
La sua interpretazione non è male ma il materiale per poter giudicare è poco. La versione Joker gangster pappone si intona bene al contesto del film. Era ovvio che con una sexy Harley Quinn al seguito anche lui doveva avere un'immagine un po' più da figaccione, non prendiamoci in giro.



Harley Quinn è la regina indiscussa del film. Buca lo schermo e ha fornito buon materiale per le cosplayer per i prossimi anni.
Sinceramente non potevano farla meglio: sexy ma in maniera scansonata, a tratti quasi ingenua, una banderuola al vento, impulsiva, crudele per il gusto di esserlo. Margot Robbie ha creato un'icona e l'unico vero motivo che impedirà al film di finire nel dimeticatoio.



Senza dilungarsi ancora, ribadisco che il film sa intrattenere e lo rivedrei volentieri. In un certo senso mi dispiace che lo abbiano attaccato così duramente perché lo metterei senza problemi nella mia videoteca per una serata in cui mi voglio rilassare con un film di solo intrattenimento. Il cinema ha bisogno anche di film come questo.

1 giu 2016

Fandom & Fanfiction. Maneggiare con cautela.




Chiedo scusa preventivamente per ogni possibile eccesso di acidità, cinismo o bacchettoneria che potrebbe trapelare dalle seguenti righe, voglio solo essere sincera e onesta al 100% e come si sa verità e crudeltà camminano sullo stesso binario, ma prometto di mantenere il mio consueto tatto perché rispetto comunque il prossimo. Lungi da me il voler insultare qualcuno. 
Quello che sto esponendo non è assolutamente un parere negativo nei confronti del fandom in generale e quello che ne consegue, ma una riflessione su alcune realtà con le quali ho avuto a che fare, quindi non me ne vogliate, però accetto volentieri commenti e critiche (anche perché altrimenti sarei una bella ipocrita). La libertà di opinione prima di tutto!




Mentirei se dicessi che la sottoscritta è immune a qualsiasi tipo di fandom, tutt'altro. Questo stesso blog è infatti la prova tangibile della mia necessità di parlare continuamente delle storie che mi appassionano, sviscerandone ogni aspetto e discuterne fino alla noia. Di fatto è proprio il fandom che rende viva un'opera di finzione. Tuttavia, come ogni cosa, qualcosa di tanto coinvolgente può essere bello, ma troppo coinvolgimento potrebbe sfuggire di mano e personalmente certi "fuori pista" sono in grado di scatenarmi varie forme di orticaria.


(L'immagine dice "fangirl" ma spesso le peggiori discussioni le ho avute con degli uomini, giusto per sfatare il mito che le masse isteriche siano solo di sesso femminile).

A volte avere a che fare con un fan "hardcore" fa davvero paura. Basta una parola sbagliata nei confronti di un personaggio o di una saga e si possono scatenare faide millenarie che neanche i lycan contro i vampiri in Underworld. Esprimere un parere negativo può mobilitare orde assetate di sangue pronte ad impalarti verbalmente.
Anche io muoio un po' dentro quando distruggono una saga alla quale sono affezionata ma con diplomazia chiedo il motivo e con altrettanta diplomazia espongo le motivazioni per il quale amo una certa opera. Ebbene, il "perché sì" è una risposta che mi fa salire il crimine, ma l'insulto random mi scatena quello che un certo Jules di Plup Fiction chiamerebbe "un fungo atomico sterminatore figlio di puttana". In pratica voglio dire che spesso il fan semplicemente non ascolta o peggio ancora non pensa; non esiste il dibattito, ma lo scontro aggressivo a testa bassa. 
Le guerre da tastiera alle quali ho assistito o alle quali ho mio malgrado partecipato sanno sfiorare lo zero assoluto dell'umano.

Una segnalazione a parte la meritano i così detti puristi.
Certi exploit sanno scatenare in me un complesso groviglio di emozioni che oscillano tra l'incredulità, il terrore e la pena. 
Avendo fatto studi piuttosto approfonditi sulle trasposizioni da un medium all'altro e avendo quindi un sentore di consapevolezza riguardo tale tecnica, ho sviluppato una certa sensibilità riguardo il rispettare o meno un'opera di partenza. Sacrosanto è il fatto che non tutte le ciambelle riescono col buco ma da qui a dire che una trasposizione è spazzatura solo perché non rispetta fedelmente l'opera originale si esagera un po', ma la cosa ancora mi sta bene. Il problema sopraggiunge quando mi viene dato dell'imbecille sbattendomi in faccia una chissà quale credenziale che spesso si traduce in un "ho letto il libro meglio di te e di tutta la tua famiglia e poi che ne sa una squinzia di queste cose". A questo punto, per amore della pace, è sempre meglio chiudere la conversazione, caricare il videogioco più violento che si riesce a trovare e iniziare a triturare ossa, che è molto più costruttivo che parlare del nulla con un perfetto idiota.

Tolta la zavorra più pesante che avevo parlando di fandom voglio passare a quella più, per così dire, "folkloristica".
Sto parlando dello shipping.




Per chi ancora non lo sapesse, in parole povere lo ship deriva da "relationship" e riguarda il fare il tifo per una particolare coppia. 
Fino a non molto tempo fa ignoravo l'enorme, smisurato mondo che si celasse dietro allo shipping, il quale si palesa in tutto il suo splendore nelle fanfiction, ma andiamo per ordine.



Prima parlavo del purismo estremo nei confronti di un'opera di finzione, qui si va più o meno dalla parte opposta. Da quello che ho constatato il 90% delle fanfiction riguardano delle ship che non sono mai state confermate nell'opera di partenza, in pratica se la storia non va dove vuoi tu, la riscrivi come ti pare.

Ora, prima di essere linciata da tutti i fanfictioner del mondo voglio dire che questa non è una cosa negativa, perché spesso la fanfiction è il punto di partenza di tantissimi aspiranti scrittori i quali, piuttosto che buttarsi in una trama inventata da loro si cimentano nello sperimentare sulla trama di un altro autore. Cosa che sta alla base di molti corsi di scrittura creativa.

Tuttavia io ho una concezione tutta mia riguardo ad una fanfiction fatta bene. Le uniche opere "non originali" che ho saputo apprezzare sono state quelle che sono in grado di colmare i buchi di trama. Sarebbe a dire, dove lo scrittore omette o lascia solo intendere, il fanfictioner lo porta alla luce secondo il suo personale punto di vista. Ecco, questo è il tipo di scrittura da fan che mi piace leggere.
Quello che non mi piace leggere è lo stravolgimento totale della trama e soprattutto delle tematiche cardine che snaturano completamente un'opera. Non che mi spinga ad ammazzargli il gatto, ma sinceramente mi dà l'idea che non sia più un tributo all'opera, ma una demolizione.

Cosa c'entrano le ship in tutto questo?
Come ho già detto la stragrande maggioranza delle fanfic hanno a che fare con delle ship che non si sono andate a formare ufficialmente nell'opera originale. 
Posso capire il bisogno di vedere coronare il proprio sogno romantico-voyeristico ma tutto ha un suo limite.
Quel limite di chiama amicizia.



Forse dovrei scrivere un post a parte a riguardo perché mi sto già dilungando troppo ma voglio gettare fin da subito il seme di questa sequoia di discordia.
Premetto che io sono per l'amore libero e incondizionato (chi ha letto il mio ultimo post lo può confermare) e mi batto a spada tratta per abbattere ogni tabù riguardo l'amore omosessuale. Ma a parer mio lo shipping spesso si confonde con la malizia. Vedo troppe fangirl che shippano qualsiati tipo di coppia di amici; sempre, comunque e in ogni caso. Perché?
Forse è solo una fissazione mia ma sempre più spesso una qualsiasi storia di amicizia sfocia in relazione nelle fanfiction.
Non è che la cosa mi infastidisca o mi faccia arrabbiare, ma proprio non riesco a comprenderne il motivo.

Appunto questo mio punto di vista è piuttosto complesso e facile da fraintendere quindi lo affronterò meglio in un secondo momento.




Tornando a noi, ho scritto tutto questo papiro non tanto per propinare qualche spiegone come mio solito, ma più che altro per condividere indirettamente delle esperienze piuttosto negavite quando ho avuto a che fare con il fandom e forse proprio per sfogarmi riguardo all'enorme mancanza di dialogo nelle conversazioni che si hanno in forum e circoli di appassionati. Non a caso ho usato questa espressione ossimorica, perché troppo spesso su internet non trovo dei veri dialoghi ma tanti monologhi a senso unico.

Io mi ostino a frequentare forum e social vari per affrontare degli scambi d'idee e invece mi ritrovo a combattere con delle prepotenti imposizioni di punti di vista senza possibilità di risposta.
Che senso ha avere una passione se non se ne può parlare liberamente con altri appassionati?

Sempre più spesso mi ritrovo a definire il fandom citando Man in Black: "La gente è un animale ottuso pauroso e pericoloso".
La mia utopia è poter dimostrare che mi sto sbagliando.



24 apr 2016

Lo "scuotimento planetario" di Sailor Uranus



"World Shaking" è il nome dell'attacco di Haruka Ten'ou nei panni di Sailor Uranus (quello che noi della generazione '90 conosciamo come "Bomba di Urano"), letteralmente "scuotimento planetario" o "scuotimento del mondo", e la guerriera sailor non avrà scosso proprio tutto il mondo ma di sicuro una (spero piccola) parte di esso, però non con un attacco micidiale, bensì con un semplice bacio.




Per chi ha letto il manga il bacio tra Haruka alias Sailor Uranus e Usagi alias Sailor Moon è ormai storia, come il fatto che l'omosessualità sia un dato di fatto, come la consapevolezza che esistono donne che amano altre donne, eventualità che si può benissimo riscontrare anche in un manga destinato a delle ragazzine adolescenti.
Quando ho letto le grida allo scandalo per quel "bacio galeotto" la mia primissima reazione è stata una sonora risata. Di fatto ormai certi tipi di ignoranza scatenano in me solo un misto tra pena e pietà, questo non in base a qualche principio di bacchettoneria ma in base alla mia semplice esperienza personale.
In che senso? Nel senso che io conosco e ho amato alla follia Sailor Moon, sia nella versione censurata prima, che in quella originale poi e posso dire senza ombra di dubbio di essere sempre e comunque rimasta dello stesso medesimo orientamento sessuale.
Questo per il semplice fatto che, non essendo una psicolabile patologica, non ripeto incondizionatamente tutto quello che vedo in televisione, oltre al fatto di aver capito abbastanza presto le dinamiche delle relazioni omosessuali senza che il mio cervello implodesse.  Questa cosa è un po' come la storia del bambino che si butta dalla finestra per fare Superman (per inciso io ho visto sia Dragon Ball che Ken il Guerriero che i Cavalieri dello Zodiaco ma non ho mai tentato di ammazzare amici o parenti né mi sono mai lanciata dalla finestra convinta di spiccare il volo) ma la cosa è un po' più sottile: non si tratta di elementi sovrannaturali o irrealistici nella vita di tutti i giorni, ma di un modo di essere. 




Ora passo al fulcro della questione. Insieme a Sailor Venus, Sailor Uranus è la Sailor che preferisco. 
Come poteva non essere la migliore? Ha un attacco devastante, è forte e sicura di sé e ha un fermo senso di giustizia, inoltre è un pilota di macchine da corsa, e non per niente è l'unica Sailor con un arma vera. Altro che cristallo di luna, lei affetta i nemici con la spada!



Dato che si veste come un uomo ed ha atteggiamenti prettamente maschili è piuttosto intuibile che potrebbe essere gay, e quando capii che Haruka era omosessuale (non c'è voluto molto) non ebbi né collassi né crisi d'identità, anzi, iniziai a capire qualcosa riguardo un aspetto della vita di cui nessuno si era mai degnato di spiegarmi un tubo. Del resto anche Usagi/Sailor Moon attraversa un periodo in cui si chiede se gli piacciono gli uomini o le donne, un periodo che bene o male attraversano tutti durante l'adolescenza. Per me la risposta a questo dubbio è stata molto semplice, ma per altri lo è un po' meno, e sono piccoli risvolti narrativi come questi che fanno sentire le ragazze un po' meno sole di fronte a certi dubbi esistenziali.

Sembra quindi ovvio a questo punto ammettere che parlare di certi argomenti possa essere solo una manna per chi si fa mille domande sui propri sentimenti e la propria natura. Se bisogna dirla tutta, è proprio il mettere a tacere che crea la vera confusione, crea incomprensioni e vere e proprie crisi esistenziali, magari solo perché una ragazzina si sente attratta da delle ragazze e non sa il perché, arrivando a sentirsi sbagliata, fatta male, quando invece basterebbe solo qualcuno che le facesse capire che è semplicemente gay, qualcosa che fa parte della natura umana fin dall'alba dei tempi (ma che ogni tanto l'umanità se lo scorda), ma ciò vale anche per chi nasce eterosessuale e vorrebbe dei chiarimenti a riguardo, anzi, forse proprio chi è etero dovrebbe avere più delucidazioni possibili riguardo certi argomenti.



Comunque non scordiamoci che l'omosessualità non è nemmeno uno degli argomenti principali di Sailor Moon, che insegna alle ragazze l'orgoglio di essere donne, il senso di giustizia e il coraggio di affrontare le proprie paure, oltre a tenere sempre vivo l'ideale del Bene Supremo in grado di salvare il mondo da sé stesso.

Io sono cresciuta con Sailor Moon, ne ho conosciuto ogni parte e apprezzato ogni aspetto, ormai sono adulta e vaccinata e l'unica sensazione di confusione che ho avuto è stata scaturita dal bislacco tentativo di censura della televisione italiana (che però mi ha spinto a recuperare il manga per colmare le lacune, quindi grazie comunque Mediaset).
Personalmente sono più che felice che il remake sia più fedele all'opera originale e tutto questo chiasso mi sembra solo un fuoco di paglia. Concludo dicendo che se avrò una figlia le farò vedere Sailor Moon quando avrà tredici anni (l'età giusta per vedere/leggere questo shojo) e le racconterò dell'ignoranza del mio tempo.


Ps. Se non si fosse capito io sono etero (non che la cosa abbia una qualche importanza...)

23 mar 2016

A proposito degli zombie


Cult del genere horror e plot indiscusso di centinaia di B-movies, l'apocalisse zombie è ormai diventata una vera e propria ossessione per gli appassionati del genere. Di fatto lo zombie, a differenza di tutte le altre creature orrifiche dell'immaginario collettivo, sembra essere quasi una "malattia" per chiunque sia affascinato da questo tipo di mostro e dalle situazioni che potrebbero ipoteticamente svilupparsi se questi morti viventi invadessero la Terra.



Nell'immaginario odierno lo zombie è un cadavere che, a causa di un certo virus, si rianima pur restando morto e si ciba della carne dei viventi. La consuetudine vuole che un morso dello zombie causi la morte della vittima per poi diventare zombie a sua volta, e così via fino al contagio del mondo intero.

Tuttavia, dopo anni di film con gente urlante che aspetta impalata che lo zombie impieghi le sue due ore e un quarto per raggiungere la propria vittima, i plot e i personaggi coinvolti hanno iniziato ad essere sempre più variegati e relativamente "verosimili" tanto da spingere autori di qualsiasi medium ad immaginare un'invasione di morti viventi nella nostra realtà odierna, oltre a rendere la situazione "realmente" difficile per i nostri eroi.
Spesso vediamo zombie "corridori" o orde talmente numerose da devastare intere città in poco tempo, senza però tralasciare la sempreverde situazione drammatica dell'amico/amante/parente che viene contagiato e che si è quindi costretti a finire col proverbiale colpo alla testa.



Del resto ogni generazione ha la sua proverbiale e caratteristica "fine del mondo ideale".
Intorno al periodo degli anni '70 e gli anni '80 siamo stati ossessionati in ogni dove dallo spauracchio dell'olocausto nucleare che avrebbe ridotto il mondo in un deserto in stile Mojave, governato da bande di motociclisti, dove pallottole e benzina sarebbero diventate strumento di potere e dove cibo e acqua sono le uniche fonti di ricchezza. 
Per quanto riguarda l'invasione zombie rientriamo più o meno negli stessi canoni, ma la differenza è che il pericolo è costante e si sa che dietro ad ogni porta/finestra/armadio/buco/valigia/cassetta per la posta potrebbe esserci uno zombie pronto ad azzannarti. Tuttavia la generazione anni '90 ha imparato grazie ai videogame che non solo è possibile salvarsi dagli zombie, ma che si può anche combatterli e uscirne vivi.



Caso vuole che quest'anno il videogioco sugli zombie per eccellenza, Resident Evil, compia vent'anni; cosa che ci ricorda (oltre il fatto che siamo fottutamente vecchi) quando è stato per molti di noi il punto di svolta di fronte ad un'apocalisse zombie, ossia il fatto che possiamo esorcizzare la paura affrontandola a viso aperto.



Del resto nel gioco siete due poveri disgraziati in mezzo ad una città piena di zombie con armi e rifornimenti limitati e con appresso una ragazzina rincoglionita che vi rallenta SEMPRE (ok, questa è la trama del secondo capitolo ma vabbé), comunque tu giocatore non demordi, ti cerchi un mitra e un lanciarazzi ti fai strada con la grazia di Stallone in Demolition Man. Dopo orde di zombie e bestie varie hai dimostrato che, anche se qualunque cosa incontrassi volesse morsicarti alla giugulare, sei stato capace di uscire da Racoon City con le tue gambe, tutte e due. Un ottimo training per l'autostima.




Piccola parentesi. 
Chi adora le storie di zombie, la notte si sogna gli zombie? Certo che sì!
Non importa se si sogna di cogliere le margherite in un campo fiorito o di dare la tesi di laurea in mutande, da un momento all'altro un'orda di morti viventi potrebbe invadere la stanza e si dovrà cercare una via di fuga sicura cercando di salvare più gente possibile.
A voi non è mai successo? A me sì, e credo (o almeno spero) di non essere l'unica.
Chiusa parentesi.



Perché proprio gli zombie?
Perché, metaforicamente parlando, l'apocalisse zombie è "l'olocausto nucleare dei nostri tempi". Passo a spiegare.
Fino a non molto tempo fa il progresso tecnologico e sociale era il vanto assoluto della società contemporanea, gli ideali edonistici e il benessere erano l'aspirazione massima di tutti, quindi il perdere improvvisamente tutte le moderne conquiste ottenute era un qualcosa di impensabile.
Nel nostro presente la popolazione sta sprofondando in una annichilimento generale, le persone sono in balia degli eventi, perdendo ogni stimolo o spirito d'iniziativa, lasciandosi trasportare verso una specie di oblio collettivo.
Gli zombie che sbranano gli esseri umani e devastano le città sono il simbolo dell'umanità che distrugge se stessa pezzo per pezzo, mettendo progressivamente fine ad una realtà evoluta e civile. Una sorta di de-evoluzione dell'essere umano in un essere stupido, non pensante, spinto da una fame che non lo sazia e di cui non ha bisogno per vivere.
Che i veri zombie potremmo essere noi è un pensiero raccapricciante.



Altro elemento fondamentale da mettersi a confronto con la realtà di oggi è che lo zombie tecnicamente non è reale. Salvo teorie strampalate, sappiamo bene che l'apocalisse zombie è un'eventualità che non può realmente accadere e che quindi è e resterà comunque lontana da noi. Questo perché è un orrore che rimane confinato nell'immaginario e quindi che si può sempre gestire, un fattore che sta alla base dell'horror in generale: ci terrorizza ma resta confinato nella nostra mente e in quanto fittizio non può farci realmente del male.



Nel mondo reale chi "cerca gli zombie" sa nel profondo che i veri mostri sono le persone e quello che sono in grado di fare è il vero orrore.
Chi fantastica sugli zombie ha una consapevolezza del bene e del male molto più chiara di chiunque fantastichi sulla guerra, e sono in casi simili che ci si chiede quale realtà sia davvero peggiore...
Pensare che un'invasione degli zombie sia il male minore che possa accadere al mondo è avvilente, sta a noi fare in modo che questo pensiero non debba mai sfiorarci, nemmeno per sbaglio.



19 mar 2016

Gli amori platonici di una donna "maschiaccio"


Quando una ragazza non rientra esattamente nei canoni della femminuccia tutta fiocchi, glitter e glamour, quando è allergica al rosa confetto e le soap opera le fanno venire l'orticaria, sa già di ricevere presto o tardi l'appellativo di "maschiaccio".
Tuttavia il fatto che una ragazza non abbia attitudini prettamente femminili non significa che disdegni gli esponenti del sesso maschile, ma sta di fatto che trova di certo più attrattiva in uomini che sanno essere decisamente più mascolini di lei.
E quand'è che una ragazza inizia a costruirsi i suoi irrealistici canoni che andranno a stilare le caratteristiche del suo uomo ideale? Ovviamente ovunque tranne che nel mondo reale.
Quando si è ragazzine (e non solo) ci si ritrova infatti ad "innamorarsi" di personaggi che si incontrano su film, libri, cartoni animati e videogiochi vari ed è proprio in quel momento che ci si rovina per sempre in allegria. Ma dato che ci piacciono medium che di norma ricercano un pubblico maschile, le icone ideali che andiamo a pescare non rientrano esattamente nella categoria "principe azzurro".
Alla luce di questa prospettiva, la sottoscritta proverà a stilare una sorta di "bestiario" dei personaggi immaginari che fanno battere il cuore anche alla meno femminile delle donne.


Vegeta (Dragon Ball Z)

Da brave bestiole sappiamo bene cosa sia Dragon Ball e se, come me, fate parte della generazione fine '80/inizio '90 allora sapete bene che il "fenomeno DBZ" ci ha investito come un treno in corsa. Quando i cari Sayan decidono di invadere la Terra avevamo un odio profondo per questo individuo ma non appena arrivati a Namecc le cose hanno iniziato a cambiare. Vegeta è l'emblema del cattivo che diventa buono, inoltre i suoi momenti di eroismo sono così eclatanti e sofferti da farci sciogliere e dimenticare ogni sua malefatta passata. Dopo una breve cotta per il figliolo Trunks, venuto dal futuro per farci sospirare, ci rendiamo conto che buon sangue non mente, ma il principe dei Sayan non si smentisce mai, e dopo un altro paio di morti soffertissime, Vegeta ci prende il cuore e lo fa esplodere, dato che si sa che far esplodere roba è la sua specialità.



Ares (Xena Warrior Princess)

Se adoriamo vedere donne guerriere che prendono a calci tutti come se non ci fosse un domani di sicuro abbiamo adorato Xena. E siccome abbiamo imparato che "bad is good" tutte quante vedendo l'affascinate dio della guerra ci abbiamo fatto un pensierino. Inutile dire che quando rinuncia alla sua immortalità pur di non uccidere la sua amata principessa guerriera abbiamo tutte dedotto che Xena non poteva essere che gay per ignorarlo, oltre al fatto che abbiamo tutte dedotto che a noi piacciono gli uomini senza dubbio.



Solid Snake (Metal Gear Solid)

Personalmente, non ho trovato nemmeno una donna che, dopo aver giocato a Metal Gear Solid, non si sia innamorata della spia Solid Snake. Si presenta come un assassino spietato ma si ritrova ad avere momenti di altruismo dei quali si meraviglia lui stesso. Il fatto che Snake sia un soldato "programmato" per uccidere, ogni suo segno di umanità risulta ancora più affascinate. Esempio palese lo si ha dopo aver incontrato Meryl, grazie alla quale tutte le sue attitudini da bastardo senza cuore vanno a farsi benedire, proprio come il nostro ritegno mentre piangiamo alla fine del videogioco.



Martin Riggs (Arma Letale)

Il tipico "cane sciolto" dei film polizieschi, impulsivo, arrogante, ma maledettamente bravo nel suo lavoro, dal passato oscuro e col cuore spezzato. L'eroe non convenzionale con la battuta pronta e senza rispetto per l'autorità. Ovvio che questo personaggio sia stato creato anche per far fantasticare le donne (e il fatto che sia interpretato da Mel Gibson aiuta parecchio). Sarà che questa saga di film è uno dei capisaldi della mia adolescenza, tanto da sapere a memoria tutte le battute di spicco, ma scommetto che tutte le donne che hanno visto i film di Arma Letale non sono rimaste indifferenti di fronte all'agente Riggs.



Eric Draven (Il Corvo)

Un musicista ucciso brutalmente ritorna dall'Oltretomba per vendicare la morte della propria amata. C'è bisogno di dire altro? Questo è il non plus ultra del romanticismo per delle menti malate come le nostre. Metti il carisma eccezionale del povero Brandon Lee, metti le frasi azzeccatissime, metti che la graphic novel è così piena di sentimento da far commuovere ad ogni capitolo, fatto sta che Il Corvo è una leggenda e tutte noi amiamo Eric Draven incondizionatamente.



Kenshiro (Ken il Guerriero)

Il guerriero dagli occhi tristi che combatte il male del mondo in nome della donna che ama. Un campione di arti marziali letali, temuto dal mondo intero è capace di un amore infinito per una sola donna per tutta la vita. Un concetto dell'amore da ballata epica. Se non è Kenshiro l'uomo ideale non so chi possa essere.



Rei (Ken il Guerriero)

Quelle come noi hanno pianto più con Hokuto no Ken che qualsiasi donna normale con Titanic. In questo anime si trovano prove d'amore estreme e disarmati da parte di uomini che tutto sembrano fuorché carne da matrimonio. L'estremo sacrificio di Rei di Nanto ne è un esempio. Ormai prossimo alla morte, decide di spendere i suoi ultimi tre giorni di vita per rivendicare l'onore della donna che ama uccidendo l'uomo che l'ha rapita e violentata tempo prima. Una volta compiuta la vendetta dichiara apertamente il suo amore, saluta i suoi cari e si chiude in una stanza per non farsi veder morire da chi ama. Eroe.



Gatsu (Berserk)

Schivo, scontroso, con evidenti problemi a relazionarsi col prossimo. Gatsu ha conosciuto solo violenza e morte per buona parte della sua vita e quando si ritrova con degli amici non sa come comportarsi, ma l'essere fedele e altruista gli riesce incredibilmente naturale, così come l'innamorarsi perdutamente di una donna che inizialmente sopportava con fastidio e che non riusciva a capire, ma che poi è stata in grado di fargli conoscere un lato di sé che credeva non esistesse. Gatsu è tanto impacciato nel dimostrare i suoi sentimenti quanto è abile sul campo di battaglia, ed è questo suo lato a farci perdere la testa per lui. Un uomo capace di una furia spaventosa ma anche di un affetto profondo e incondizionato




Aragorn (Il Signore degli Anelli)

Va bene che ci piacciono i "cattivi", ma se ci chiedono qual'è la nostra idea di eroe buono Aragorn è di sicuro tra i primi nomi che ci vengono in mente. Il degno erede al trono di Gondor che sceglie l'esilio perché si ritiene indegno di tale titolo e diventa un ramingo delle terre del nord. Tuttavia, quando capisce che i regni degli uomini hanno bisogno di lui, mette da parte i suoi dubbi e dedica anima e corpo a difendere la Terra di Mezzo. Misterioso, forte, carismatico, ma comunque umile. Come biasimare Eowin se si è invaghita di lui?




Wolverine (X-Men)

Emblema indiscusso del burbero dal cuore tenero. Logan è scontroso, irascibile e non ha ben chiaro il concetto di "lavoro di squadra", ma alla fine ha un'indole molto altruistica e uno spirito di sacrificio non indifferente. Inoltre basta metterci che si strugge per un amore non corrisposto e si è creata la ricetta dell'uomo ideale per noi bestiole attratte da questi esemplari selvatici.



Khal Drogo (Il Trono di Spade)

Guerriero spietato, selvaggio e a tratti animalesco. Khal Drogo non può far altro che incutere timore, ma attraverso il personaggio di Daenerys abbiamo scoperto il lato più umano di questo bestione sanguinario. Un uomo che non ha occhi che per la sua donna e che pian piano ha imparato ad essere premuroso e gentile, ma ovviamente SOLO con la sua Khaleesi. Per chi ha un'attrattiva per il guerriero forte, violento e spaventoso non c'è niente di più bello che essere l'unica ad avere un posto speciale nel suo cuore di pietra, poco invidiata la Khaleesi...




Daryl Dixon (The Walking Dead)

Se il mondo fosse improvvisamente invaso da orde di zombie lui sarebbe di sicuro la prima persona che si vorrebbe a fianco. Daryl non è decisamente un campione di galateo ma sa per certo come sopravvivere. Nonostante sia burbero e taciturno ha veramente a cuore la sorte dei compagni del suo gruppo e non ci pensa due volte a mettere a rischio la sua vita per aiutarli. Comunque il momento in cui TUTTE abbiamo perso la testa per l'arciere è stato quando ha dedicato tutto sé stesso per ritrovare la piccola Sophia. Daryl ha trascorso un'infanzia senza affetto, picchiato dal padre e ignorato da tutti. Abituato ad una vita da sbandato, si mostra preparato a situazioni difficili ed estreme e l'apocalisse zombie, a differenza di tutti i suoi compagni, ha tirato fuori il meglio di lui, trasformandolo in un compagno fidato, un supporto per gli amici e praticamente un eroe per tutte noi.




Geralt di Rivia (The Witcher)

Lo strigo è un altro personaggio che potrebbe incutere timore non appena lo si incontra, con i capelli bianchi e gli occhi felini, ma non appena lo si conosce ogni donna cambia immediatamente idea sul suo conto. Il cacciatore di mostri sembrerebbe un essere freddo e distaccato, del tutto indifferente alle persone che ha intorno, ma in realtà Geralt ha una profonda consapevolezza del senso di giustizia che trascende anche il pensiero comune degli uomini, e per questo non sempre viene capito. Per chi lo conosce sa anche della sua burrascosa storia con Yennefer che dimostra una capacità di provare un affetto che sembrerebbe impossibile per gli strighi, ma ciò che ci ha fatto sciogliere è lo speciale rapporto che ha con la giovane Ciri e come lui sia per la ragazza una figura paterna. Chi ha letto anche i libri, entrando nei pensieri dei Geralt, non può non innamorarsi di lui ad ogni capitolo.


Inutile dire che questa lista non si basa su studi scientifici ma sull'esperienza personale della sottoscritta. Comunque è interessante constatare come, a conti fatti, il trovare il lato dolce del tipo rude rientra proprio nelle prerogative delle donne, quindi la così detta "donna maschiaccio" di maschio ha molto meno di quanto si creda. Siamo pur sempre donne e ci facciamo i film mentali come tutte, solo che ce li facciamo durante il caricamento della partita salvata.

1 set 2015

L'importanza di essere il cattivo

Dalla strega perfida, all'orco spietato, dal viscido impostore, al malvagio signore oscuro, onnipresente nelle favole della nostra infanzia, più o meno palese in film e romanzi, il cattivo è una figura oltremodo fondamentale che, specie in questi ultimi tempi, viene sempre più esplorata e talvolta mutata, rivoluzionata e trasposta. 
Spesso si odia e talvolta si ama ma in ogni caso è fondamentale in ogni storia, forse anche più del protagonista, tanto che se non ci fosse potrebbe non esserci nessuna storia. 
Essere cattivo, perciò, non è affatto una responsabilità da poco.



 Non per niente, ma se Sauron non avesse forgiato l'anello del potere e se non avesse deciso di far cadere la Terra di Mezzo nell'oscurità credete che i popoli dell'ovest si sarebbero mai alleati tra loro? E pensate che qualcuno fuori dalla Contea saprebbe che cos'è un hobbit? 
Per millenni Sauron ha tormentato i regni della Terra di Mezzo con la sua bramosia di potere, con l'efferatezza dei suoi eserciti e corrompendo anche i cuori più nobili, ma inconsapevolmente è stato anche motore degli eventi perché è riuscito a dare un obiettivo comune a popoli che altrimenti si sarebbero fatti la guerra tra loro.


Mettiamo caso invece che Voldemort non avesse voluto scomodarsi tanto per un neonato: Harry Potter non sarebbe mai stato "il ragazzo che è sopravvissuto" e forse Colui-che-non-deve-essere-nominato avrebbe vinto la guerra già ai tempi del primo Ordine della Fenice. Non per niente se non ci fosse stato Voldemort non ci sarebbe stato l'Harry Potter che conosciamo tutti!


Questi sono gli esempi più classici e standardizzati nel nostro immaginario contemporaneo mirati a dimostrare l'indiscussa importanza di una nemesi per i nostri eroi, un elemento negativo che metta in risalto quello positivo e che renda sempre verde la dicotomia Bene-Male (argomento che tra l'altro io tiro in ballo nei discorsi almeno ogni due per tre).

Parlando di immaginario collettivo, spesso ci si ritrova a pensare al "cattivo" come un elemento spaventoso, con un pessimo carattere e neanche tanto bello d'aspetto che fa di tutto per rendere la vita impossibile ai nostri eroi sterminandogli la famiglia, sgozzandogli eventuali consorti o amici, storpiandogli il cane, distruggendogli la casa o dandogli fuoco al giardino, con tanto di biglietto da visita scritto col sangue del loro gatto in caso non avessero capito bene che sono stati proprio loro a fargli intenzionalmente del male. 
Sotto quest'ottica individuare il nemico è uno scherzo, le cose si complicano quando l'antagonista in questione gode di un carisma fuori dal comune, che mette in discussione sia le priorità degli altri personaggi che del lettore/spettatore stesso.


Di certo è facile stare alla larga da un mostro orribile, che ammazza tutti quelli che lo guardano storto e arreda casa con i cadaveri dei suoi nemici, il tutto corredato dall'inconfondibile "risata diabolica". Un po' più difficile è rendersene conto quando ti trovi di fronte un campione di gentilezza, affabile e bello come il sole (che sia uomo o donna è irrilevante).
Qui si va ad esplorare un mondo vastissimo che riguarda la concezione di buono e cattivo, perché l'incarnazione del male non è detto che abbia le zanne e le corna, piuttosto potrebbe assomigliare all'amore della propria vita.


Il fascino del male ci tenta tutti, chiamiamole "femme fatale", chiamiamoli "belli e dannati", in ogni caso ci ritroviamo ad amarli e non sappiamo nemmeno il perché (anche se l'avvenenza in questo caso gioca un ruolo non da poco).
Da questo tipo di attrazione nasce la figura dell'antieroe che, secondo regola, non dovrebbe essere classificato come buono ma la narrazione lo pone come protagonista degli eventi, tanto da confondere i princìpi di immedesimazione del fruitore della storia. Tuttavia c'è da dire che l'antieroe riesce a godere di tanti consensi da parte del pubblico proprio per la sua natura né buona né cattiva, il che rende tutto più realistico, anche se la storia è ambientata in una galassia lontana su nuvole di zucchero filato.


Questa "esplorazione del lato oscuro" però è un qualcosa che tendiamo a dimenticare, un po' per mode, un po' per "media". L'ibridazione dei personaggi è sempre esistita. Un esempio che adoro ricordare è quello del capitano James Hook (Giacomo Uncino per i profani), il quale è sì, uno spietato pirata pluriomicida ma è diventato nemico giurato del sempre giovane Peter Pan perché il ragazzo gli mozzò la mano e la fece mangiare da un coccodrillo per puro diletto; non molto gentile il ragazzo. Senza contare che anche Peter (personaggio che è stato scremato e cambiato negli anni da varie trasposizioni) ha ucciso centinaia di persone e molte volte anche i suoi stessi compagni. A parte l'età e la capacità di ridere e di volare le differenze tra i due personaggi sono praticamente nulle. Quindi chi sarebbe il vero cattivo?


Ogni tanto è interessante leggere alcune storie tenendo in considerazione il punto di vista del villain perché ci si possa rendere conto che spesso l'unica sua caratteristica negativa è quella di stare dalla parte sbagliata.
Badate però che non voglio assolutamente dire che tutti i cattivi siano buoni, lungi da me il voler affermare una tale eresia, volevo solamente mettere in chiaro la differenza, sottile ma sostanziale, tra il cattivo e l'antagonista. L'antagonista è proprio come il protagonista, con pregi e difetti, ma si trova semplicemente "sul lato opposto della scacchiera"; mentre il cattivo è veramente una carogna  in tutto e per tutto ma non è detto che lo sembri fin dall'inizio, perché può anche avere il viso di un angelo ma essere l'impersonificazione del male, può abbracciarti e baciarti, ma mentre ti pianta un coltello nella schiena.
Senza dire che, per quanto sbagliate possano essere, anche lui avrà le sue buone ragioni per fare quello che fa, chi siamo noi per giudicare da poveri spettatori inermi?


A prescindere dall'aspetto più o meno fuorviante la caratteristica principale di essere il cattivo è per l'appunto essere cattivo e dato che ricopre il ruolo di antagonista, il protagonista non può fare a meno di essere tutto ciò che non è la sua nemesi. Avere un malvagio contro cui combattere serve a personificare i propri demoni, a mettersi in discussione e migliorarsi, se un eroe non avesse a che fare con un losco figuro non sarebbe poi così tanto eroico. 

A me personalmente i cattivi piacciono, non perché faccio il tifo per loro, ma perché sono loro più di chiunque altro a creare degli eroi.